LA RIVOLUZIONE RUSSA

Precedenti: Nel 1905 la sconfitta nella guerra col Giappone determina un indebolimento dell’ Autarchia zarista. Lo zar concede un’assemblea rappresentativa, la DUMA, a prevalente matrice borghese (Rivoluzione del 1905) e una costituzione. Sorgono inoltre i primi soviet, cioè assemblee dei delegati degli operai e dei soldati, che erano stati i protagonisti della rivoluzione; tra questi assume primaria importanza il soviet di Pietroburgo.

Cause scatenanti
: LA GUERRA determina malcontento nelle campagne, penuria di approvvigionamenti anche nelle città, gravi perdite.
IL SOVIET DI PIETROBURGO insorge
Lo zar abdica (Rivoluzione di Febbraio)
Primo governo provvisorio borghese guidato dal principe L’vov

SCHIERAMENTI POLITICI ALLA VIGILIA DELLA RIVOLUZIONE

SOCIALISTI RIVOLUZIONARI eredi del partito populista, forti nelle campagne, hanno come programma la liberazione dei contadini e l’assegnazione delle terre.

SOCIALDEMOCRATICI: MENSCEVICHI E BOLSCEVICHI divisi dal 1903; i primi sostengono che i tempi per la rivoluzione non siano ancora maturi, i secondi, guidati da Vladimir Ulianov Lenin, sostengono invece che la rivoluzione sia possibile solo se alla guida si pone una elite di professionisti della rivoluzione, indistintamente composta da intellettuali e da operai (Che fare, 1903); i bolscevichi rappresentano questa elite.

PARTITO DEI CADETTI: liberale e borghese, aspira a realizzare una rivoluzione borghese.
Altre frazioni liberali minori compongono il quadro a sostegno del primo governo provvisorio.

Inoltre vi erano forze reazionarie e conservatrici che scenderanno in campo nei successivi tentativi controrivoluzionari.

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DALLA RIVOLUZIONE DI FEBBRAIO A QUELLA DI OTTOBRE

Il 5 marzo 1917(calendario occidentale) uno sciopero generale a Pietrogrado si trasformò in insurrezione quando operai e soldati fraternizzarono e si schierarono contro lo zar. Questi, vistosi incapace di reprimere la rivolta a causa della defezione dell'esercitò, decise di abdicare in favore del fratello Michele, che però rinunciò al trono. Di lì a poco l'intera famiglia Romanov fu messa agli arresti e deportata a Ekaterinenburg, dove sarà sterminata durante la guerra civile.

Si costituì allora un governo provvisorio, guidato dal principe L'vov.

I principali problemi che il governo provvisorio si trovò ad affrontare furono la guerra e la fame di terre dei contadini.
Di ritorno dall’esilio in Svizzera Lenin ad Aprile del 1917 proclamò il suo programma rivoluzionario, le Tesi di Aprile:
- nessuna collaborazione col governo provvisorio;
-
pace immediata senza annessioni;
- nazionalizzazione delle terre;
- requisizione e nazionalizzazione di fabbriche e banche;
- tutto il potere ai soviet.

A Maggio s’instaurò un nuovo governo provvisorio nel quale iniziò a emergere la figura del social rivoluzionario Kerenskji, ma il nuovo governo, a cui ne seguirà un successivo da luglio, si dimostrò incapace di risolvere i gravi problemi della Russia. Intanto cresceva nei soviet il consenso verso il partito bolscevico. Nell’estate del 1917 il generale Kornilov tentò un colpo di stato controrivoluzionario, che venne sventato grazie all’intervento delle Guardie rosse, milizia bolscevica che Trockij stava organizzando.

Si arrivò così alla Rivoluzione di Ottobre (26/10/1917), con l’assalto al Palazzo d’Inverno e la fuga di Kerenskij.
Il nuovo governo rivoluzionario, guidato da Lenin, si affidò ad un Consiglio dei commissari del Popolo, che in breve emanò i Decreti d’emergenza: questi prevedevano la soppressione dei latifondi, la realizzazione di una pace immediata senza annessioni sulla base del principio di autodeterminazione dei popoli, la nazionalizzazione e il controllo operaio delle fabbriche.
Successivi provvedimenti portarono all’introduzione di tipici istituti democratici, tra cui il divorzio, la separazione tra stato e chiesa, la parità tra i sessi, ma anche all’istituzione dei tribunali del popolo e della polizia segreta, la famigerata Ceka.

L’ASSEMBLEA COSTITUENTE
venne eletta con votazioni tenute alla fine del 1917. Essa avrebbe dovuto dare alla Russia una nuova costituzione, ma i risultati delle elezioni, sfavorevoli ai bolscevichi, convinsero Lenin a scioglierla con un colpo di stato. Rimaneva al potere il Consiglio dei commissari del popolo che procedette all’epurazione degli altri partiti dai soviet. Iniziò così la dittatura bolscevica, che avrebbe portato in breve allo scoppio della guerra civile.

LA GUERRA CIVILE vide scontrarsi gli opposti schieramenti dell’Armata Rossa e delle Armate Bianche controrivoluzionarie. Dopo la pace separata con la Germania, firmata a Brest Litovsk nel marzo del 1918 l’economia russa era in grave difficoltà, con l’inflazione che aveva ridotto di 5 volte il valore della moneta russa, il rublo. Le condizioni peggiorarono per le scelte del governo rivoluzionario, che decise di operare pesanti requisizioni nelle campagne e nelle città per garantire gli approvvigionamenti delle truppe impegnate nella guerra (comunismo di guerra). La fase più cruciale, nell’estate del 1918, vide l’assassinio, a Ekaterinenburg, dell’intera famiglia Romanov, e il tentativo di assassinio subito dallo stesso Lenin. Tuttavia successivamente l’esercito bianco, sostenuto dalle potenze occidentali, e la stessa Polonia, che aveva contrattaccato la Russia, furono sconfitti, e nel 1921 le due nazioni firmarono la pace a Riga. Dopo tre anni di guerra civile, costata milioni di morti, la rivoluzione bolscevica era ormai al sicuro.

LA NASCITA DELL’URSS

Già nel luglio 1918 era stata approvata la nuova costituzione sovietica, su cui si fondava il nuovo stato federale, che nel 1922 prenderà ufficialmente il nome di URSS (Unione delle repubbliche socialiste sovietiche). Il nuovo stato era una dittatura del partito unico bolscevico, con struttura gerarchica piramidale; insieme al Consiglio dei commissari del popolo vi era l’ufficio politico il Politburo e sotto tante cellule e comitati organizzati sul modello dei soviet. Fu inoltre istituito il Comintern (Terza internazionale) o Internazionale Comunista che s’ispirava al modello di socialismo reale russo e che divenne il punto di riferimento di tutti i partiti comunisti del mondo. Inizialmente l’URSS incontrò l’ostilità delle democrazie occidentali, ma a partire dal 1924 fu gradualmente riconosciuta da tutti i paesi.

LA NUOVA POLITICA ECONOMICA
Il comunismo di guerra aveva provocato la crisi del sistema industriale e l’arresto dell’economia con conseguenti moti di rivolta (Kronstadt, 1921). Inoltre abbiamo già segnalato la svalutazione monetaria a cui va aggiunto il fenomeno della fuga della popolazione dalle città non approvvigionate verso le campagne.
Lenin con la NEP cercò di risolvere questi problemi riorganizzando la produzione industriale e incentivando le attività commerciali. Rese nuovamente possibile una limitata iniziativa privata e il libero scambio di beni agricoli e prodotti dell'industria leggera, mantenendo tuttavia sotto stretto controllo statale l'industria pesante e il commercio estero.
Restava però aperta la questione agraria e appariva difficile coalizzare contadini e operai per completare il processo rivoluzionario e la modernizzazione del paese.
Nel gennaio 1924 Lenin morirà e successivamente il potere passerà nelle mani di Stalin. Questi realizzerà l'industrializzazione del paese con la politica dei piani quinquennali e la collettivizzazione forzata delle terre. A pagare un prezzo durissimo saranno proprio i piccoli proprietari terrieri (kulaki).


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